sabato 5 maggio 2007

vorrei...

Agli ammirevoli amici del SIC, Salviamo Il Congiuntivo, oggi mi sento di rivolgere una piccola perorazione in favore del Condizionale.

Difendiamo sì il Congiuntivo, battiamoci fino allo sfinimento perché la sua antica ricchezza non abbandoni la nostra lingua, mentre continuiamo a rivolgere il giusto tributo di rispetto all’Indicativo, asse portante e guida luminosa del fare, dell’essere, del credere, di tutte le nostre fiduciose affermazioni, ma ricordiamoci ogni tanto di affrontare la vita con il rispetto delicato di un condizionale.

Riconosciamo che non sempre possiamo scommettere sulle nostre forze, che il possibile talvolta è lì, ma un piccolo diaframma di imponderabilità ce lo nasconde, che l’imprevedibilità della vita può sempre costringerci a cambiare “modo”.

Allora è il Condizionale che ci viene in soccorso, il modo gentile con cui esprimiamo tutti i nostri momenti di indecisione, imbarazzo, stupore, perplessità, il modo della cortesia, della modestia, del dubbio, del desiderio, della esitazione...

vorrei un caffè, mi piacerebbe incontrarti, il posto lo gradirei al sole, veramente avrei già cenato, non saprei cosa scegliere, non avrei immaginato, quarantenne serio incontrerebbe......

Modo un po’ trasognato, sospeso tra il desiderio e la rinuncia


Questa noticella nasce da un mio amore indefettibile anche se non privo di difetti: quello per la grammatica italiana.
Il tavolino accanto al mio letto ospita da anni il libro “Grammatica italiana” che il prof. Luca Serianni in collaborazione con il prof. Alberto Castelvecchi (Ed Utet universitaria 1989 ) ha compilato per il profitto di tutti e per mia specialissima gioia.
Intanto un piccolo ricordo legato a questi due nomi, mitici per me.
Anno 1971. Frequentavo un corso di formazione in Linguistica per insegnanti di lettere. Il corso si svolgeva all’Eur, un pomeriggio a settimana e aveva la durata esatta dell’anno scolastico. Io lo iniziai nei primi mesi della mia gravidanza e mi accompagnò per tutti i nove mesi. Della linguistica mi innamorai a tal punto che subito una nuova ansia si aggiunse a tutte quelle normalissime che l’incipiente maternità mi procurava: sarei riuscita a terminare il mio corso in linguistica o avrei dovuto gettare la spugna? Osservando con occhio critico la pancia che cresceva lanciavo un monito al figlio/a in arrivo: bada a quello che fai...questa non te la perdonerei.
E benché sempre più affaticata raggiungevo regolarmente il mio banco e mi incantavo letteralmente alle lezioni, cui si alternavano Luca Serianni e Alberto Castelvecchi, giovani come me e non ancora cattedratici.
La figlia che, prudentemente, mi lasciò portare a compimento il mio corso di Linguistica, in seguito studiò Storia della Lingua italiana con il Prof. Serianni di cui casualmente mi parlò un giorno. -Il Professore è straordinario- mi disse- si chiama Serianni. Era il “mio” Serianni, che dopo aver educato la madre ora educava la figlia. Dispensando la stessa malìa.
Bene, “il Serianni” non è sul mio tavolino da notte per essere consultato in caso di dubbi o esitazioni laceranti, quella grammatica è lì per essere letta come ogni altro libro. Un po’ storia d’amore, un po’ giallo, un po’ trattato filosofico, un po’ romanzo storico, quel libro si fa leggere con la stessa appassionata attesa di ogni altro libro. E non mi ha mai delusa. Tanto che costantemente lo rileggo. E scopro costantemente nuovi particolari, intrecci e trame che mi erano sfuggite. E’ inesauribile e insostituibile. Mio marito, affacciandosi alla mia stanza e trovandomi immersa nella lettura del mio Serianni, scuote la testa con un sorriso, con l’aria di perdonarmi l’ennesima stranezza, ma rinunciando a disturbarmi sul più bello della mia lettura.

Per darvi un saggio della bellezza e della poesia con cui Luca Serianni sa parlare dei fenomeni della lingua bastino queste indicazioni sul modo condizionale.

“..il condizionale è il tempo della penombra e delle luci smorzate, laddove l’indicativo, negli stessi contesti, diffonderebbe una piena luce solare”.

Oggi mi sento un po’ condizionale anche io
tutta un...farei... andrei.... vorrei.... sarei.... potrei...

1 commento:

Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo