giovedì 19 luglio 2007

mackie messer

Ero al terzo anno del mio corso di Voce presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio e cantare nel saggio finale era ancora una specie di tormento. Senza estasi. Così Nicoletta, la mia maestra, decise che dovessi prendere dimestichezza con l’esibirmi in pubblico e mi spedì al corso di vocalist tenuto da Nino De Rose.
Nino De Rose è un musicista molto serio e apprezzato, insegna Musica Jazz presso il Conservatorio di Milano e ha al suo attivo testi ed incisioni. Ma, per fortuna, è anche un simpatico, pacioso, indolente uomo del sud.
Così prese atto delle mie resistenze e mi lasciò a cuocere nel mio brodo senza sollecitarmi a cantare come invece facevano gli altri tre partecipanti al corso. La lezione aveva un suo andamento standard. L’insegnante ci faceva ascoltare un brano, ce lo illustrava nelle sue componenti sullo spartito che ci consegnava e poi ognuno lo interpretava liberamente al microfono. Ripeto: al microfono e davanti a tutti.
Orrore! Alla mia timidezza (checché ne dicano i maligni, io sono timida) si aggiungeva il fatto che, per una persona che studia canto lirico, il microfono è un oggetto, non solo ignoto, ma anche pericoloso. Ti fa sbagliare tutte le emissioni di voce, che sono sempre troppo potenti o, per reazione, troppo misere. Insomma è un nemico. Almeno io lo considero così.
Le lezioni passavano e ogni tanto, pigramente, De Rose mi chiedeva: -Che fai oggi, canti?- Io rispondevo immancabilmente-Dopo vedo-, la lezione finiva e io me la filavo.
De Rose sceglieva brani se non proprio di jazz, quanto meno parenti stretti, ogni tanto intervallati da grossi successi di musica popolare, che stravolgeva completamente. Ascoltarlo era molto interessante, ma in quanto a cantare non ci pensavo proprio.
Eravamo più o meno a metà corso, quando un giorno portò per noi Mack the knife di Kurt Weill. Ce la fece ascoltare in due versioni, cantata da Bobby Darin e da Louis Armstrong. La canzone la conoscono tutti, perché fa parte dell’Opera da tre soldi. Ha un ritmo irresistibile e un andamento un po’ circolare, sembra tornare sempre allo stesso punto e poi riparte. Le due versioni erano molto differenti, quella di Armstrong piena di diversivi, giochi di voce e note allungate a piacer suo. Quella di Darin era pulita, sincopata, scandita. Entrambe le ascoltavo battendo il ritmo con il piede. Avevo la voglia di cantare in punta di lingua, ma la reticenza e l’imbarazzo mi trattenevano. Avrei pianto per la mia incapacità. A De Rose non sfuggì l’effetto che il ritmo del brano aveva su di me e colse la palla al balzo. –Va beh, oggi cantiamo insieme-e iniziò quasi borbottando facendoci segno di unirci a lui. Così tutti e quattro unimmo le nostre voci alla sua, che si alzò un po’ e poi ancora un altro po’, invitando le nostre. Eravamo un bel quintetto, mi stavo davvero divertendo. -Possiamo farla meglio -disse De Rose e ci fece mettere tutti intorno al microfono. Beh, eravamo in quattro a cantare, non poteva succedermi niente, no? Così anche io mi posizionai davanti all’oggetto maligno. Questa volta lui non cantò. Invece ci dirigeva, facendo piccoli cenni di assenso o di disapprovazione. Un occhio a lui, uno al testo, cantavo felicemente, come un assetato che trova finalmente un bel bicchierone di acqua.
Mi accorsi benissimo dell’ordine di “uscire” che fece ai miei due vicini di destra, come pure del cenno di intesa alla mia compagna di sinistra, ma ormai cantavo, sola e felice al microfono, mentre gli altri mi ascoltavano, battendo il ritmo. E mi piaceva e non avrei smesso per niente al mondo. Anzi, avrei anche ballato su quel ritmo. Fu così che infransi il tabù del microfono e anche quello di cantare davanti ad un sia pur ristrettissimo pubblico. In questi giorni ho avuto occasione di riascoltare Bobby Darin e ho riconosciuto l’eleganza e la pulizia della voce che mi indusse a cantare quel giorno. Quanto a Mack the knife da allora lo considero uno dei miei cavalli di battaglia.


In coda vorrei aggiungere una piccola poesia di Nino De Rose:

Amare
significa
amaro
al
femminile
plurale.


Il suo sito http://nuke.ninoderose.it

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