martedì 7 agosto 2007

scuola/bidelle e bidelli

Parliamo dei bidelli, volete? Intanto dichiaro subito che non ho nessunissima intenzione di chiamarli altrimenti che bidelli. Politically correct o meno che sia. Il bidello è una Istituzione e alle istituzioni non si cambia nome sotto l’onda di una farisaica frenesia definitoria. Bidelli e bidelle dunque. I miei rapporti con i suddetti sono stati molto complessi. Da un lato di solidarietà. Pagati ancora meno degli insegnanti,già tenuti alla fame, conducevano vita grama. Dall’altro di irritazione e conflitto. Loro verso di me, io verso di loro. I bidelli ritengono che la scuola, intesa come edificio, sia di loro proprietà e che gli alunni (ma spesso anche i presidi e gli insegnanti) siano degli occupanti abusivi. Gente che sta lì per disfare il lavoro che loro hanno fatto. Anche se non sempre lo hanno fatto. Perché, invece di levitare, i ragazzi camminano, calpestando il suolo che loro hanno spazzato e, ma non sempre, lavato? Perché orinano nelle cinque ore di lezione invece di liquidare (battuta involontaria, giuro) la pratica a casa loro? Perché si siedono spostando i banchi, invece di calarcisi dall’alto lasciandoli inchiodati al posto che loro gli hanno dato? Perché talvolta a giugno avanzato hanno caldo ed aprono finestre che loro dovranno richiudere? E perché durante la ricreazione invece di smaterializzarsi istantaneamente, ridono e scherzano e fanno confusione come se fossero dei ragazzi e non delle pedine della dama? Allora lo fanno apposta! E quella rompiscatole della P. che cosa vuole da loro? Cos’è questa storia che i banchi vanno spolverati? Che ce le hanno a fare le maniche gli alunni? Compravo alcool ed ovatta e mi pulivo la cattedra e spesso anche i banchi. Intanto tentavo gentilmente di ottenere che i bidelli se ne occupassero. -Ci scrivono sopra- obiettavano. -Questo è un problema differente- ribattevo -lei risolva il suo, io mi occuperò del mio.- Che compagna sei? mi disse uno. -Tua no, se non fai il tuo lavoro-Certi bidelli passavano per le classi una mezz’ora prima della fine delle lezioni e invitavano gli alunni con necessità fisiologiche a soddisfarle immediatamente, perché poi avrebbero chiuso i bagni.Per guadagnare tempo lavavano i pavimenti della scuola alla quarta ora, mentre avrebbero dovuto farlo al termine delle lezioni. Non sempre era possibile accordare le due esigenze. Qualche vescica o qualche intestino si ostinava ad avere stimoli non coincidenti con gli orari di riordino della bidella. Apriti cielo! Il ragazzo veniva rinviato in classe fra gli urli e la bidella mi irrompeva in classe minacciosa. Non dovevo mandare i ragazzi al bagno dopo le 12 e 30! -Scusate un attimo ragazzi.- Uscivo furiosamente sorridente. -Non si azzardi mai più a rimandare in classe un alunno che ha bisogno di andare in bagno.- Lo fanno apposta dicevano loro, per dispetto-. Era anche vero naturalmente. Oppure delle volte i ragazzi chiedevano di uscire tanto per distrarsi un po’, perché erano stanchi di stare seduti, verso la fine delle lezioni. Quei pochi minuti fuori della classe me li restituivano più attenti e meno ciondolanti. Io facevo il mio mestiere, erano i bidelli che non volevano fare il loro. Ricorrevano al preside. I presidi hanno un timore sacro dei bidelli, mi sono sempre chiesta perché. Ne sono succubi. Io venivo quindi richiamata all’ordine. -Professoressa non faccia uscire gli alunni dopo le 12 e 30. -Non battevo ciglio. -Neanche in casi di estrema necessità, Preside? -Ma no, certo che no! che dice? -Ah, ecco, mi pareva.- Per cui al successivo: -Posso uscire professò? -Estrema necessità?- chiedevo io. –Estrema, professò.- Vai.
Quando la bidella irrompeva in classe ero categorica e falsa. -Mi dispiaceeeee, signora! Estrema necessità!-
Ma qualche volta in cui ero più nervosa o più stanca mi rifiutavo di partecipare alla commedia. -Allora, che problema c’è? -Investivo la malcapitata. -Il suo contratto stabilisce che lei pulisca i bagni al termine delle lezioni, non prima.- Lei rimandi indietro ancora una volta un alunno e io farò personalmente pipì nel bagno degli alunni tutti i giorni alle 13 e 35-. Era una battaglia risorgente. I bidelli per ritorsione passavano alla delazione. Dritti dal Preside: -I ragazzi fumano al bagno-.Il Preside mi richiamava. -I suoi ragazzi fumano in bagno. -Lei sa Preside che non posso entrare in bagno al seguito dei ragazzi, è la legge che lo esclude. Però potremmo installare dei sensori. In ogni caso Preside forse i colleghi potrebbero evitare di fumare in classe, così, per solidarietà. Che ne dice Preside?- Sconfitto.
Ma, tornata in classe, ai ragazzi facevo vuotare la tasche. Sequestravo sigarette e fiammiferi. Loro protestavano.
Non avevano mai una lira e quelle sigarette sequestrate gettavano a terra la loro economia. - All’uscita tutti intorno alla macchina- Ridaccele professò, ridaccele, dai.- Qualche volta, impietosita, le restituivo, qualche altra me ne accendevo una partendo. -Così impari a fumare a scuola.- I bidelli sono ottime persone ma la scuola non ne sapeva usare le energie e quelle inutilizzate si atrofizzavano fino al punto che i bidelli le usavano solo per mantenere costante la loro temperatura corporea. O per sbrigare faccende personali. Nella noia stupida delle lunghe ore senza far nulla, i bidelli si inventavano duemila attività alternative. Ho visto bidelle pulire le verdure a scuola, lavorare a maglia, o all’uncinetto, la più banale delle attività per una bidella; ma anche risuolare scarpe, riempire i cuscini di lana, ricamare, preparare bomboniere che poi vendevano, e fare marmellate su fornelletti di fortuna. Ascoltare la radio o leggere il giornale era la prassi, ma persone più fantasiose e creative, riparavano il loro ferro da stiro o altri piccoli elettrodomestici, rincollavano piatti rotti o, ho visto anche questo, tagliavano su quattro banchi accostati l’abito da sposa della figlia.
A forza di fare niente si facevano convinti che dovevano non fare niente.
Si sarebbero lasciati morire lì sulla loro sedia, non volevano fare più neanche un passo. Ho conosciuto un bidello che si rifiutò di portare nelle aule una circolare del preside perche non era camminatore!
Non che avesse problemi di deambulazione, semplicemente la sua qualifica escludeva il girare per le aule. E, benché non avesse praticamente niente da fare tutta la mattinata, la qualifica è la qualifica.
Naturalmente c’erano anche bidelle e bidelli che non solo si occupavano di tenere pulita la scuola, ma in più erano veramente materni con gli alunni, li confortavano quando venivano messi fuori dell’aula, quando si sentivano male, quando baruffavano fra di loro o i loro amori adolescenziali si spegnevano. Uscivano a comprare la pizza agli affamati o coprivano i ritardatari, preparavano le camomille per i mal di pancia e uscivano a comprare le aspirine: fluidificavano con poche mosse la difficile vita dell’alunno. Erano i miei alleati e spesso i miei informatori. Mi raccontavano le storie delle famiglie degli alunni, dandomi spesso la chiave per capire, di loro, qualche cosa di più. In ogni caso bidelli e bidelle, allora come ora, sono il vero potere nella scuola. I bidelli sanno tutto, nulla può sfuggire al loro sguardo bionico. Solo la polvere sui banchi, quella sì.

4 commenti:

  1. Ricordo già con una certa nostalgia la mitica "signora Maria" che per un intero anno scolastico non ha fatto altro che leggere il giornale, disegnare, ricamare ed irrompere improvvisamente in classe durante i compiti in classe di latino e greco (spavento assicurato..) urlando qualcosa in una lingua che "somigliava" al nostro italiano.

    Bei tempi di una volta. eheh!

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  2. Ahahahahahahahahahaahaaah,mi sono tornati alla mente i bidelli dei miei anni scolastici,li hai fotografati alla grande! Ne ricordo uno che ci sequestrava le sigarette per fumarle lui...grrrrrrr.....avrei potuto torturarlo sadicamente senza nessuna remora, ma ricordo che me lo impedirono :)(mi domando ancora il perchè)

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  3. Mentre i presidi delirano con la storia dell'immagine contro minigonne e ombelichi, le bidelle sono le uniche ancora libere di non portare le calze e truccarsi.

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  4. i bidelli dei miei tempi , loro si che facevano il loro dovere , oggi giorno vengono a scuola tutte agghingate che non si distingue chi e la bidella e chi il professore . sono li tutte a un mucchio senza far niente e si presentano a lavoro un giorno si e 10 no perche sono in malatia al loro posto chiamano un' altra a sostituire e cosi 2 stipendi nelle stesse ore , tutto questo non e giusto ! io spero che tutto questo cambi ! e che lo stato si risparmi anche un po di soldi che vengono spreccati per avere tanti bidelli in una scuola....

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