domenica 18 novembre 2007

siamo seri



Finché si scherza, si scherza, ma legare la presenza di Cesare Pavese sul mio blog allo scansonato esercizio poetico giovanile di ieri, mi sembra ingiusto. Quindi ecco la classica, bellissima 'Lavorare stanca'


Traversare una strada per scappare di casa
lo fa solo un ragazzo, ma quest’uomo che gira
tutto il giorno le strade, non è più un ragazzo
e non scappa di casa.

Ci sono d’estate
pomeriggi che fino le piazze son vuote, distese
sotto il sole che sta per calare, e quest’uomo, che giunge
per un viale d’inutili piante, si ferma.
Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?
Solamente girarle, le piazze e le strade
sono vuote. Bisogna fermare una donna
e parlarle e deciderla a vivere insieme.
Altrimenti, uno parla da solo. È per questo che a volte
c’è lo sbronzo notturno che attacca discorsi
e racconta progetti di tutta la vita.

Non è certo attendendo nella piazza deserta
che s’incontra qualcuno, ma chi gira le strade
si sofferma ogni tanto. Se fossero in due,
anche andando per strada, la casa sarebbe
dove c’è quella donna e varrebbe la pena.
Nella notte la piazza ritorna deserta
e quest’uomo, che passa, non vede le case
tra le inutili luci, non leva più gli occhi:
sente solo il selciato, che han fatto altri uomini
dalle mani indurite, come sono le sue.
Non è giusto restare sulla piazza deserta.
Ci sarà certamente quella donna per strada
che, pregata, vorrebbe dar mano alla casa.


N.B. Il 5° verso 'Ci sono d'estate' dovrebbe iniziare a metà del rigo, come ideale continuazione sonora del ritmo del verso precedente. Non sono riuscita ad applicare il tag giusto. La cosa mi indispettisce alquanto. Se qualcuno di voi mi suggerisse il modo di far iniziare un testo a metà del rigo, meriterebbe la mia gratitudine eterna.

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