domenica 11 gennaio 2009

ricordando insieme Fabrizio De André e Luigi Tenco



Preghiera in gennaio

Lascia che sia fiorito
Signore, il suo sentiero
quando a te la sua anima
e al mondo la sua pelle
dovrà riconsegnare
quando verrà al tuo cielo
là dove in pieno giorno
risplendono le stelle.

Quando attraverserà
l'ultimo vecchio ponte
ai suicidi dirà
baciandoli alla fronte
venite in Paradiso
là dove vado anch'io
perché non c'è l'inferno
nel mondo del buon Dio.

Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.

Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte.

Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l'inferno esiste solo
per chi ne ha paura.

Meglio di lui nessuno
mai ti potrà indicare
gli errori di noi tutti
che puoi e vuoi salvare.

Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.

Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.

* De André la scrisse in memoria di Luigi Tenco, suo grande amcio, morto nel 1967.



Luigi Tenco e Fabrizio De André in concerto.

6 commenti:

  1. Due grandi poeti mancati tragicamente.
    Gli anni sessanta sono stati anni di grande fermento culturale e molto del merito è attribuibile ai cantautori, (e Faber e Tenco erano dei più grandi), che hanno prodotto delle idee nuove che prospettavano un futuro migliore, poi, non siamo stati capaci di realizzarle quelle idee.
    Sileno

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  2. questa canzone e qualcosa dı talmente grande, talmente prıvato, talmente splendıda... quası mı vergongo ad ascoltarla troppe volte.

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  3. La definizione di poeta è perfetta per questi due grandi.

    Dio di misericordia...
    Ah, se fosse davvero così!

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  4. Come fare ad non amarli?
    P.S Grazie del Link al mio post
    Abbraccio giò

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  5. Avevo giusto 16 o 17 anni quando ascoltavo e riascoltavo da solo sdraiato sul divano della mia stanzetta Tutti morimmo a stento, il disco che contiene questo brano e la Ballata degli impiccati.
    Lì si è forgiata l'anima.
    Grazie, Giorgio.

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