mercoledì 20 maggio 2009

la mia raccolta


Più o meno da un anno ho intrapreso un lavoro di indagine sulla mia vita. Indagine orale, anzi mentale; niente autobiografia; e limitata alle cose buone che la vita mi ha dato. Lo scopo di questo lavoro della memoria è quello di preparmi alla vecchiaia e, detto molto semplicemente, alla morte. Non fatevi spaventare dalla parola. Non conto di morire nell'imminenza ma non posso neanche escluderlo e voglio poter confortare la mia vecchiaia e l'addio alla vita con la consapevolezza dei doni ricevuti. Noi abbiamo la tendenza a ricordare (e a lamentarci) delle cose dolorose, tristi, brutte che la vita ci ha dispensato e a dimenticarci di quanto di buono e di bello abbiamo goduto. Questo può generare una vecchiaia amara, spesso ingiustamente amara, e io non voglio né far torto alla vita né amareggiarmi indebitamente. Così pesco, qua e là negli anni, senza ordine alcuno, giornate o anche solo momenti luminosi, e li metto da parte in un mucchietto che via via cresce, di positività e riconoscenza. Io credo che non occorra aver scavallato i sessanta per condurre questa operazione. Penso anzi che andrebbe fatta periodicamente, che chiunque dovrebbe dedicare ogni tanto un giorno o anche un'ora a rievocare qualche speciale momento felice, a richiamarlo alla propria memoria, a inventariare così il positivo che la vita gli ha sicuramente elargito. Non parlo solo di grandi gioie ma anche di piccole, apparentemente scontate felicità.
Metto come esempio un ricordo che fa stabile parte della mia raccolta di doni ricevuti.
Ogni volta in cui sono salita sul traghetto per Ponza e seduta sulle panche di legno, nell'aria salmastra e luminosa ho navigato verso l'isola. E appoggiata al parapetto ho visto i delfini saltare allegramente e lanciare grida di saluto. E ho scorto ad un tratto il profilo dell'isola e, ogni volta con la stessa emozione, l'ho vista sorgere, il giallo delle ginestre, il verde delle terrazze a vite, il viola, il grigio, il bianco, l'ocra delle rocce e tutto quel blu definitivo, assoluto, magnifico e ineguagliabile. E il porto rosa che mi accoglie e le grida dei marinai all'attracco e il piede che finalmente si posa sulla banchina e quella sosta commossa, a guardarmi intorno, a riconoscere, ad amare, a ringraziare. Questo io l'ho vissuto, ed è presente in me con vivezza e precisione e niente me lo porterà via. Questo è stato un dono della vita e io lo metto da parte e, sentitamente, ringrazio.

15 commenti:

  1. Un atteggiamento molto saggio verso la vita.Quando mi assale lo sconforto cerco di scacciarlo, pensando appunto a moenti unici e indimenticabili.
    Cristiana

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  2. per farti arrivare quanto mi sia familiare quello che rimugini, m'affido alla sintesi di alcuni haiku miei:

    Dall'indistinto
    tracce confuse chiare
    orme d'amore

    (senza data, perché non la trovo)


    Unisci sogno
    a realta' fluisce gioia
    di giocoliere

    (haiku del 3 maggio 2001)



    i papaveri
    il simbolo più bello
    di caducità

    (haiku del 6 maggio 2004)


    il dubbio resta
    di non aver capito o
    di aver capito?

    (haiku del 13 ottobre 2005)


    Soglia tra mondi
    prossimita' e distanza
    squarcio di sole

    (haiku del 5 febbraio 2004)


    marina ciao, laura

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  3. tu sei anche l'isola di Ponza e il viaggio per arrivarci

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  4. E' un ottimo lavoro quello che stai facendo. Hai ragione: andrebbe fatto periodicamente a tutte le eta'.
    Grazie per condividerlo con noi.

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  5. Marina, grazie per queste tue riflessioni, particolarmente importanti in questi giorni di disagi di cui ci hai parlato. E' così, bisogna farlo questo esercizio, e non è difficile per niente, basta porsi nei confronti della vita con umiltà, non con la pretesa che i momenti belli ci siano dovuti e quelli bui non li meritiamo. Ti abbraccio

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  6. Una delle cose che più ci danneggia oggi è un'eccessiva ricerca dell'assoluto, il desiderio ossessivo di possedere sempre qualcosa di più (affetti o beni materiali).
    Così guardiamo affannosamente e solo in avanti e non godiamo appieno di ciò che abbiamo o abbiamo avuto dentro e intorno a noi.
    Quanti aspetti di noi e della nostra vita così ci sfuggono o non vengono valorizzati e goduti!
    Ottimo post!

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  7. grazie a tutti voi compagni di raccolta! e a papavero di campo: come sempre i tuoi haiku sono bellissimi. Su questi voglio riflettere un po' e Intanto me li sono copiati a parte.
    nel fine settimana mi propongo di venirvi a trovare sui vostri blog; per ora perdonatemi, marina

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  8. Sono molto d'accordissimo con questa tua opera:-)
    Quel che ci rovina la vita è spesso l'aspettativa insoddisfatta: ecco, se riuscissimo a vivere ad "aspettativa zero", invece di deluderci, riusciremmo ad apprezzare di più i momenti di gioia e felicità a vedere la nostra vita come un insieme di doni e di percorsi che comunque le danno un senso profondo.
    Anch'io ricorro spesso ad un inventario delle cose belle che sono accadute nella mia vita: e mi accorgo che non smetto mai di ricordarne:-)
    Un abbraccio
    Marco

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  9. sì, ne abbiamo tutti, bisogna fare un po' di ordine...

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  10. E' bello pensare alla vita con la "V" maiuscola...

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  11. Carissima Marina,
    penso a quanto poco si sia abituati a mantenere o a rievocare i momenti felici, le piccole gioie della propria vita..
    Questo è un sano esercizio che, da un pò di tempo, cerco di praticare anche io.
    Un forte abbraccio
    Stefi

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  12. Come ti capisco cara e ti dò la mia piena approvazione...Giò

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  13. Lo faccio da un bel po' di anni. E con le tue stesse motivazioni.
    Che persona che sei, Marina (non mi piace l'espressione "bella persona", ma il senso è quello).

    P.S. Però io intendo scrivere la biografia della mia famiglia (dai bisnonni, ché oltre non si va, fino a me - a latere), una specie di "Malavoglia" carbonari umbri. Avevo 15 anni la prima volta che ho pensato di scrivere questo romanzo, iniziando a raccogliere materiale. Sono passati 36 anni.
    Direi che posso iniziare a scrivere.

    :DDD

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  14. cara Artemide, quanto mi piacerebbe leggere la storia della tua famiglia! è ora che cominci a buttarla giù! a me piacerebbe scrivere la storia di mio padre ma non credo di esserne capace
    vai artemide!

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Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo