domenica 27 settembre 2009

parole e musica, Borges e Gardel




Buenos Aires

E la ciudad, ahora, es como un plano
de mis humillaciones y fracasos;
desde esa puerta he visto los ocasos
y ante ese marmol he aguardado en vano.
Aqui el incierto ayer y el hoy distinto
me han deparado los comunes casos
de toda suerte humana:aqui mis pasos
urden su incalculable laberinto.
Aqui la tarde cenicienta espera
el fruto que le debe la mañana;
Aqui mi sombra en la no menos vana
sombra final se perderà, ligera.
No nos une el amor sino el espanto;
serà por eso que la quiero tanto.



E la città, adesso, è come una mappa
delle mie umiliazioni e fallimenti;
da quella porta ho visto i tramonti
e davanti a quel marmo ho aspettato invano.
Qui l'incerto ieri e l'oggi diverso
mi hanno offerto i comuni casi
di ogni sorte umana; qui i miei passi
ordiscono il loro incalcolabile labirinto.
Qui la sera cenerognola aspetta
il frutto che le deve il mattino;
qui la mia ombra nella non meno vana
ombra finale si perderà, leggera.
Non ci unisce l'amore ma lo spavento;
sarà per questo che l'amo tanto.
(traduzione di Livio Bacchi Wilcock)

3 commenti:

  1. "qui la mia ombra nella non meno vana
    ombra finale si perderà, leggera." Spero nella leggerezza di quell'ombra -:)))

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  2. ...non ci unisce l'amore, ma lo spavento...quanto attuale questa riga...
    Terrorizzati di tutto il mondo, unitevi!

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