venerdì 16 luglio 2010

reato "linguistico"

La Corte Suprema croata ha confermato la condanna a cinque mesi di carcere per lo scrittore bosniaco Predrag Matvejevic per aver definito "talebani cristiani" alcuni scrittori nazionalisti serbi, croati e bosniaci che con i loro scritti, sostennero, diffusero, caldeggiarono il nazionalismo più ottuso e feroce contribuendo a fomentare le guerre balcaniche. «Sugli uomini della penna ricade la colpa di una parte preponderante di quello che è successo» scrisse Matvejecic che nello scritto incriminato parla delle condizioni delle democrazie dell'est europeo le"democrature", un connubio ambiguo tra democrazia e dittatura, e delle pericolose conseguenze che l'odio fomentato dai diversi nazionalismi ha lasciato dietro di sé dopo le guerre etniche dei Balcani degli anni '90. A seguito della querela di uno di quegli scrittori definiti "talebani cristiani" lo scrittore bosniaco è stato condannato.
Di Matvejecic io ho letto il bellissimo "Breviario mediterraneo" che consiglio a tutti quelli che non lo hanno letto.
“Siamo abituati a perdere. Ogni giorno qualcuno intorno a noi si allontana o sparisce, un’amicizia o un amore impallidisce o si estingue, la morte si porta via uno dei nostri. Perdere fa parte del nostro destino. Però è raro perdere un paese. A me è capitato. Non parlo di uno stato o di un regime, ma proprio del paese dove sono nato e che, ancora ieri soltanto, era il mio. Non c’è più. Ho amato la Jugoslavia intera, indivisa, unita, senza peraltro essere un nazionalista jugoslavo. Ho fatto miei in uno stesso tempo l’Adriatico e il lago di Ohrid in Macedonia, le Alpi slovene e le rupi montenegrine. Ho considerato serbi e croati come fratelli, in particolare quelli tra loro che, come me, si opponevano allo sciovinismo serbo e croato. Non perdonavo a costoro di disprezzare i bosniaci, di volerli asservire o convertire. Mi sentivo a casa mia in Vojvodina, in mezzo a tante minoranze nazionali, e ho avuto un mucchio di amici nel Kosovo, tra gli albanesi. Mi davo da fare quanto potevo per essere di sostegno a un piccolo gruppo di italiani rimasti in Istria dopo un tragico esodo, così come ai nostri zingari, dispersi in ogni dove. Gli zingari furono numerosi nel mio paese: qualche volta mi facevo passare per uno di loro”.

Predrag Matvejevic

7 commenti:

  1. Lo capisco.Anch'io sento mancarmi la terra sotto i piedi, la "MIA" terra.
    Cristiana

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  2. Grazie Marina. Ogni tuo post è motivo di riflessione.Fino a che ci saranno persone come te potremo custodire la capacità di pensare.

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  3. Non conosco l'autore citato, ma le poche righe che hai postato mi sembrano molto interessanti. 5 mesi di carcere per aver espresso un'opinione mi sembrano comunque eccessivi ed ingiusti. Speriamo di non fare la stessa fine anche qui in Italia...

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  4. Incredibile! Ho capito bene il senso di quel " Talebani cristiani",è una definizione pesante ma non vale certo il carcere.Mai una libera opinione vale una condanna così pesante.
    Quando la fede diventa cieca davanti all'orrore della guerra e contribuisce ad alimentarla allora è si fede ma in qualcos'altro che non è dio ,buddha,hallà,diventa ego presunzione ,dittatura.

    Pace e amore

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  5. Sei tornata in grande spolvero! Questo post poi é straordinario. La parola é pericolosa é risaputo ed ogni realtà integralista (sia essa religiosa o cmq anche politica) odia la parola ed il libero pensiero e quando può la condanna.

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  6. La corte con la condanna conferma l'esattezza della definizione e condannandolo dimostra la sua innocenza.

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  7. Predrag è mio amico. Ed è una persona buona e generosa. Un uomo vero.

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Non c'è niente di più anonimo di un Anonimo